Probabilmente non è niente di grave: spesso le articolazioni muovendosi emettono degli scrosci articolari che non sempre sono sinonimo di malattia. Se a ciò però si associa gonfiore e/o dolore, significa che verosimilmente il ginocchio si sta usurando, cioè esiste una forma di artrosi più o meno importante: in questo caso uno passo per auto curarsi è: aumentare le masse muscolari con l’attività sportiva e ridurre gli sforzi fisici e diminuire di peso (è sicuro di non essere sovrappeso?). A questo punto, al pesistete della sintomatologia, una visita ortopedica potrebbe confermare la diagnosi ed indicarti un adeguato trattamento (fisioterapia, farmaci condroprotettori come la glucosamina ed il condroitin solfato o antiinfiammatori orali) Solo dopo il fallimento di tali terapie si prenderanno in considerazione trattamenti più aggressivi (infiltrativi o chirurgici)per la sua articolazione.
Tutto ciò indica che qualche struttura interna del ginocchio si è lesionata: il menisco o la cartilagine sono le strutture che più facimenlente vanno incontro a lesione o usura anche dopo micro traumatismi o sforzi intensi ripetuti. Ciò non vuol dire che qualcosa si è rotto e che abbisogna di essere curato, ma che bisogna valutare attentamente il suo ginocchio con una accurata visita medica, accompagnata spesso da accertamenti diagnostici (radiografia e risonanza magnetica); solo allora sarà possibile intraprendere un adeguato trattamento.
Molto probabilmente il trauma ha fratturato una struttura interna come il menisco: occorre tenere il ginocchio a riposo per alcuni giorni mettendo il ghiaccio ed eventualmente una crema antiinfiammatoria (ad esmio a base di arnica); se il disturbo persite si deve consultare un ortopedico: spesso queste lesioni non necessitano alcun trattamento chirurgico.
Molto probabilmente il trauma ha lesionato un legamento: forse è prudente consultare un ortopedico che eventualmente provvederà ad immobilizziare l’articolazione.
Molto probabilmente un trauma, anche di lieve entità ha lesionato uno dei 2 menischi, oppure è presente un corpo mobile che gira per la sua articolazione: solo una visita medica ed un esame RMN possono conferma re il sospetto diagnostico: purtroppo in questi casi il trattamento è spesso chirurgico anche se mininvasivo (in artroscopia).
Il menisco ha delle importanti funzioni di “ammortizzatore” all’interno del ginocchio: quindi a differenza di quanto si crede comunemente si cerca il più possibile di NON rimuovere chirurgicamente il menisco: in questo caso l’evoluzione artrosica del ginocchio sarà inevitabile. Non possiamo prevedere in quanto tempo ciò accadrà, ma sicuramente la velocita di evoluzione verso l’artrosi sarà proporzionale alla quantità di menisco che il chirurgo sarà costretto a rimuovere.
Purtroppo i casi in cui è possibile riparare il menisco suturandolo sono molto rari: e tanto più rari quanto più vecchio è il paziente e tanto più tempo è passato dal trauma: quindi se sei un ragazzo che si è infortunato ieri, corri da un ortopedico (se riesci) e sceglilo bravo, perche anche l’abilità e l’esperienza del chirurgo influenzano la riparabilità della lesione meniscale.
Il menisco ha delle importanti funzioni di “ammortizzatore” all’interno del ginocchio: purtroppo la sua assenza ha provocato una deformazione artrosica del ginocchio con un’usura importante della cartilagine non più protetta dal menisco: occorre valutare la situazione articolare con un esame RX in carico. Solo dopo l’ortopedico potrà elaborare un programma terapeutico.
Se non hai avuto traumi NON fare una risonanza magnetica: il rischio che evidenzi una piccola ed innocua lesione meniscale e che qualche chirurgo amico di amici ti voglia operare è molto elevata; parla con il tuo allenatore o preparatore . spesso un gesto atletico sbagliato possono dare gonalgia. Se anche con un po’ di ghiaccio e di riposo non ottieni miglioramenti, consulta uno specialista (ortopedico o fisiatra): sarà lui ad intraprendere un corretto iter diagnostico che porterà molto verosimilmente ad un trattamento conservativo e fisioterapico: solo se ciò risulterà inutile si prenderanno in considerazioni trattamenti più drastici (vedi chirurgia!)
Il discorso non può essere generalista; dipende da molti fattori trai quali: da quanti anni hai, da che lavoro e che sport fai ora e vorrai fare in futuro , da quanto tempo ti sei fatto male (ricordati che è impossibile rompersi il legamento crociato anteriore senza un trauma e senza accorgersene !) e da che disturbi hai ora nella vita di tutti i giorni. Solo una cosulenza specialistica ti può guidare in mezzo ai mille consigli che molti ti daranno (anche se non richiesti).
Chiaramente la cosa più saggia è consultare il suo medico curante che le indicherà quale dei numerosi presidi terapeutici oggi in commercio può essere piu utile per lei e per il suo ginocchio: ad esempio se l’artrosi è secondaria ad una deviazione assiale dall’arto inferiore (il classico ginocchio varo del calciatore o del cavallerizzo) potrà essere utile associare alle terapie mediche (antiinfiammatori non steroidei) e fisiche (esempio magnetoterapia) anche un supporto passivo (plantare e/o ginocchiera) oltre all’aumento delle masse muscolari, al calo ponderale ed alla modifica delle proprie abitudini negative per il ginocchio. Solo al fallimento di queste terapie sarà opportuno consultare uno specialista.
Entrambe le informazioni che le hanno dato sono errate: la sopravvivenza media di una protesi varia dal 75 al 95 % ai 10 anni a seconda del modello e degli autori. Purtroppo ogni tanto siamo costretti ad intervenire anche in pazienti molto più giovani di lei: non sempre è possibile rinviare per anni l’intervento con trattamenti sintomatici e spesso palliativi: l’artrosi (sia primaria in ginocchia formate in varo o valgo, sia secondaria a processi per esempio traumatici) è un processo progressivo di cui al momento non esistono cure certe: quindi aspettare stando bene o benino può avere un senso, ma se si sta male non è conveniente aspettare a lungo dando tempo inoltre alla malattia di progredire rendendo l’inevitabile intervento più demolitivo e complesso. D’altro canto non si deve mai intervenire ai primi sintomi: spesso la medicina o la natura fanno miracoli: un tentativo di trattamento incruento è sempre consigliabile. (vedi risposta precedente)
Tutti i materiali tendono più o meno a consumarsi con l’uso, non solo in chirurgia: è vero pero che attualmente la ricerca scientifiuca ci fornisce materiale più resistenti rispetto al passato. Per quanto riguarda le protesi d’anca l’uso della ceramica o di polietilene con cross-link o con aggiunta di vitamina E sono attualmente quelli che offrono maggiori garanzie per il futuro; per quato riguarda le protesi di ginocchio il polietilene con aggiunta di vitamina E sembra essere il materiale a minor usura, a parità di resistenza.
Si: purtroppo però non è infrequente non tornare più ad utilizzare l’articolazione come prima dell’infortunio: studi scientifici confermano che il 90% dei pazienti operati torna a fare la stessa attività sportiva pre infortunio, ma che solo l’75 % torna agli stessi livelli.
No, numerosi studi pubblicati orma affermano che la durata di una protesi monocompartimentale non è inferiore a quella di una protesi totale di ginocchio: ciò che cambia è la maggior facilità con cui si può far fronte ad un suo fallimento: l’intervento di revisione di una porotesi monocompartimentale è un intervento relativamente semplice e con buoni risultati a medio e lungo termine.
Si: purtroppo però non è infrequente non tornare più ad utilizzare l’articolazione come prima dell’infortunio: studi scientifici confermano che il 90% dei pazienti operati torna a fare la stessa attività sportiva pre infortunio, ma che solo l’75 % torna agli stessi livelli.